venerdì 30 settembre 2011

Correre "A piedi nudi nel parco" Nord, a Milano - 23 giorni alla maratona di Venezia

Questa mattina mi sono svegliato sapendo che avrei avuto delle vesciche!

Ieri trovavo a Milano per lavoro, gli impegni si sono dilatati, come spesso succede, e visto che oggi sarei dovuto tornare ho deciso di rimanere a dormire dai miei genitori.

Quando ero piccolo, la zona era l'estrema periferia nord-est di Milano, pochi servizi, una piccola Coop serviva per le emergenze alimentari, ma per fare qualsiasi cosa dovevamo spostarci verso il centro.

Lo spiazzo verde sotto casa era adibito a campo nomadi, in mezzo di ergeva una montagnetta dei rifiuti degli scavi dei grandi palazzi in cui abitavamo. L'aria era ammorbata dalle fabbriche (era prima dei depuratori).

La zona si chiamava Bicocca, letteralmente "catapecchia" e forse c'era un perché

Ora a meno di un chilometro ci sono 4 centri commerciali, un centro universitario, piscine, palestre, 2 multisale e da tutta la città viene gente nei locali della vita notturna della zona. Negli anni novanta diverse società Hi-Tech hanno portato il loro centro direttivo negli uffici splendenti di Tecnocity.

Ora "Bicocca" fa riferimento a una casa d'epoca che quasi stona in mezzo a tutto questo luccichio moderno.

I grande prato verde del campo nomadi, off-limits per noi bambini, ora è diventato Il Parco nord, il parco cittadino più grande d'Europa, 5 volte più grande del Central Park di New York.


E' lì che ho iniziato a correre, 8 anni fa; e ieri sera ho deciso che l'indomani mattina sarei andato a correre. 

Non saprei dire quante migliaia di chilometri ho corso in quel parco, ma mai a piedi nudi, almeno fino ad oggi.

E' difficile da spiegare, è più una sensazione molto intima, ma la strada, il terreno, quando si corre con scarpe o a piedi nudi, è diverso!
Mi sono addormentato cercando di ricordarmi che tipo di terreno avrei trovato; certamente mi ricordavo il primo pezzo asfaltato sulla ciclabile e a sanpietrini sulla pedonabile, un po' di sterrato sulla prima collinetta, stradine di ghiaietta bianca etc.

Certo che mi ricordavo come erano fatte le stradine e i sentieri, ma come le avrei sentite sotto i piedi?

Ho puntato la sveglia alle 6:50, ma le coperte e il cuscino erano molto invitanti, quindi ho indugiato un po' ...e mi sono risvegliato alle 7:30!

Mi alzo, indosso un vecchio paio di pantaloncini rimasto nell'armadio, una maglietta, saluto la mamma appena alzata ed esco.

La prima sensazione che mi colpisce è la moquette nell'ascensore, in qualche modo era ...diversa. L'ascensore che mi ha portato su e giù per i quattro piani fino a casa era qualcosa di fisico, è come se avessa aggiunto una nuova dimensione; e in effetti la potevo percepire con un senso in più attraverso le piante dei piedi: il tatto!

Attraverso la strada e raggiungo l'entrata del parco, scelgo la ciclabile, al ritorno avrei optato per i sanpietrini.

La strada è fredda, umida, nonostante il caldo di queste giornate l'autunno sta arrivando. Al bivio vado a destra, la stradina di ghiaietta bianca è più morbida dell'asfalto, i sassolini massaggiano dolcemente le piente dei piedi.

Sui prati aleggia una nebbiolina bassa, qualche cane fa la passeggiata mattuntina insieme al padrone e penso che vorrei avere Elsa, il mio cane, con me, a condividere queste sensazioni; nella mia testa rieccheggia "impressioni di settembre" della PFM, lo giudico quantomeno appropriato.

Un breve tratto di sterrato, e mi ributto su una stradina di ghiaietta mentre sento i primi raggi di un pallido sole sulla pelle.

Lascio la montagnetta sulla sinistra e penso a quante ripetute in salita ci ho fatto, come quando preparavo la mia prima maratona!
I piedi si iniziano a scaldare, cerco di capire se l'umidità mi sta creando qualche problema, ma sembra tutto a posto, così continuo e vado verso una strada in sterrato. La ghiaietta lascia il posto a sassi di varia dimensione che affronto con cautela. Improvvisamente ho una rivelazione: i sassi sono tondi, non fanno male!

La spiegazione mi arriva velocemente: la Valpolicella, dove abito, è famosa per i vini, per le bellissime colline, la vicinanza del lago di Garda, e le cave di marmo. Più in là, verso la Lessinia, la "pietra della Lessinia" fa da padrona.
Il marmo e la pietra producono sassi aguzzi e piuttosto taglienti, un bel banco di brova per un barefooter!

I sassi milanesi sono tipicamente sedimentari e fluviali, molto levigati e decisamente più piacevoli sotto i piedi!

Sorridendo passo una signora che mi guarda curiosa, incrocio un runner troppo impegnato a respirare per trovare il tempo di salutarmi.
Avvisto il vialetto di sampietrini che mi porta a casa; mi sorprendo a constatare che i sanpietrini sconnessi sono più piacevoli della strada asfaltata.

Esco dal parco e mi dispiace, sarei andato avanti a correre tutta la giornata, ma devo andare a lavorare!

Entro in casa, la mamma mi guarda i piedi, nota che non ho le scarpe e mi dice: "a piedi nudi nel parco? ... ma sei matto?"

No, mamma, sarei matto a perdermi tutto questo ;)

P.S. fra l'altro... nessuna vescica!! :)))

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

giovedì 29 settembre 2011

- 25 giorni alla maratona di Venezia: correre a piedi nudi sul talis roulant e le donne con i tacchi alti

Ok, ammetto che un po' di pigrizia non mi ha fatto aggiornare questo piccolo diario di preparazione alla maratona di Venezia.

Ciò non significa naturalmente che non mi sia allenato! In realtà, dovendo scegliere fra fare una corsetta o aggiornare un blog, preferisco sicuramente correre!

Giorni un po' impegnativi sul fronte lavorativo, con varie trasferte, mi hanno fatto optare per il threadmill che ho in casa.

Non sono un grande patito per il talis roulant, correre su sentieri nei boschi non ha rivali, ma devo dire che il tappeto ha salvato molti allenamenti che sarebbero saltati a causa di "troppo caldo, troppo freddo, piove, è buio, la palestra è lontana e… sono troppo pigro per uscire"!

In particolare, devo dire che è uno strumento utilissimo per la corsa a piedi nudi e ne consiglio assolutamente l'acquisto (tranquilli, non vendo tapis roulant, potete credermi!).

Innanzi tutto dobbiamo renderci conto che da bravi ominidi civilizzati quali siamo non siamo abituati a vivere (più che correre) a piedi nudi, che quindi non sono proprio adattabili alle varie condizioni esterne. D'estate l'asfalto è troppo caldo, d'inverno c'è il ghiaccio, su quel sentiero ci sono troppi sassi, quando piove i piedi umidi si coprono di vesciche e così via.

Se poi si hanno delle aspirazioni agonistiche, bisogna programmare lunghi, ripetute, tempo-run, che non sempre le condizioni esterne favoreggiano. Sì, certo, possiamo indossare un paio di scarpe, possibilmente minimali, ma sappiamo che non è la stessa cosa!

Il tappeto invece è lì, può essere chiuso o aperto a seconda dello spazio a disposizione, ti fa correre alla velocità che vuoi, con l'inclinazione che vuoi, puoi usare il ventilatore o il condizionatore d'estate e il riscaldamento d'inverno. Puoi ascoltare la musica o guardare la televisione, puoi fermarti per rispondere al telefono (se è proprio così importante!), dare un'occhiata ai figli che giocano nell'altra stanza, curare la cena sul gas e così via.

Per i più timidi, poi, ha un grande vantaggio: non ti vede nessuno!! ;)

E' un fatto: molta gente è attirata dal barefoot running, ma in qualche modo prova un po' di vergogna, almeno agli inizi. I condizionamenti della nostra società sono molto pressanti, specialmente per le donne, a cui in realtà correre a piedi nudi sarebbe ancora più utile per controbilanciare l'effetto deleterio dei tacchi alti ;)

Il tappeto, se buono, non costa poco, ma ci sono modelli molto accessibili. Io ne ho preso uno in offerta, abbastanza robusto per reggere la mia corporatura, senza tanti programmi fantascientifici che tanto non userei, ma con un buon motore. Lo posi richiudere quando non lo uso, così l'ingombro è limitato.
L'ho pagato poco più di uno smartphone di nuova generazione, ma con lo smartphone la tua salute e la tua vita stessa non migliora, con un tapis roulant in casa, se lo usi, assolutamente sì.

Un piccolo avvertimento: come al solito, è meglio fare un passo alla volta; il tappeto tende a scaldarsi con l'attrito e le vesciche da "calore + sfregamento" sono sempre in agguato anche per i più allenati… me compreso! :(

Quindi il consiglio del giorno è: comprati un tapis roulant e corri a piedi nudi! ;)

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

venerdì 23 settembre 2011

Correre la maratona di Venezia con le Five Fingers - diario di bordo: -30 giorni

Oggi è il 23 settembre 2011, fra un mese parteciperò alla maratona di Venezia.

Dall' Ironman 70.3 di Pescara ho lasciato definitivamente le mie Asics Skyspeed5 nell'armadio. In realtà le ho lasciate a malincuore perché mi piacciono tantissimo, con quella colorazione arancione che fa molto "ehi, guarda, sono qui!!" :))

Come si può capire dal titolo del Blog, da allora ho corso a piedi nudi, ma anche con scarpe minimaliste: Vibram Five Fingers, sandali Lizard e sandali stile "Tarahumara" (sempre con suola Vibram) autocostruiti di cui parlerò prossimamente.

In linea di massima corro 45/50 km alla settimana di cui 10/15 rigorosamente a piedi nudi.

Dopo un paio di triatlon olimpici (10 km di corsa) e l'Aronamen (21km di corsa) con le Five Fingers Bikila ls mi sono lanciato nella preparazione della maratona di Venezia, che correrò con le Bikila ls.


In realtà quest'ultimo mese non è iniziato bene: una specie di raffreddamento/influenza mi sta tenendo fermo e ho appena scoperto che il mio certificato medico valido per il triatlon non va bene per l'iscrizione alla maratona di Venezia!

Cioè, è sempre andato bene, ci ho corso la maratona di Milano, ma adesso i "regolamenti" sono cambiati; quindi mi trovo con un certificato con cui posso fare un triathlon Ironman, cioè 3,8 km di nuoto in acque libere, 180 km di bici e 42km di corsa (cioè la maratona), ma non posso fare una maratona... da sola!!

Ovviamente non è un problema medico e di sicurezza, ma solo un problema burocratico, di cavilli assicurativi e di interessi, principalmente dell'associazione di Atletica leggera italiana.
La Fidal e la FITRI, federazione italiana triathlon (come del resto la FCI, FISI etc.), non si parlano, anche se in teoria sono tutte coordinate dal comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
Non è dappertutto così, in Francia, ad esempio, se hai una tessera valida per il triathlon, puoi anche fare corsa su strada, ma qui no! :((

Sopporteremo anche questa e faremo un'aggiunta al certificato medico (che non sarà gratis!) e correremo la maratona di Venezia, con le Five Fingers.

Durante quest'ultimo mese terrò su questo blog una specie di diario di bordo dove racconterò le varie fasi della preparazione, come sono arrivato a correre scalzo, che tecnica uso (per non farmi male!), quali benefici ne ho ricavato (tanti!).
Questo nella speranza che possa essere utile a chi vuole affrontare una lunga distanza a piedi nudi o con scarpe minimaliste, magari imparando dai miei errori (tanti!).

A presto, e… correte a piedi nudi! :)

giovedì 22 settembre 2011

Correre o camminare a piedi nudi, robot che camminano, giroscopi e percorsi Kneipp

La robotica ha compiuto negli ultimi decenni passi da gigante: gran parte degli oggetti che usiamo quotidianamente è stato fatto senza che l'uomo lo abbia mai toccato.

C'è però una cosa che mette ancora in difficoltà gli esperti di robotica, ed è curiosamente una delle attività che noi consideriamo tanto normali da dare per scontato: camminare.

Anche senza essere esperti di robotica possiamo notare queste difficoltà quando andiamo a vedere un film di animazione in 3D. Gli effetti sono incredibili, la resa dei materiali, delle luci è quasi più reale della realtà ma, quando i personaggi camminano, c'è ancora qualche "nota stonata".

La difficoltà non sta naturalmente nella replica della camminata, dal punto di vista fisico è un movimento a "doppio pendolo" in cui ad ogni passo viene spostato in avanti il baricentro.

La difficoltà consiste nel replicare il continuo aggiustamento dell'equilibrio che noi pratichiamo inconsapevolmente, ma che bisogna in qualche modo insegnare al robot.


Sempre la fisica, applicata alla meccanica, ci spiega che l'equilibrio si gestisce tramite giroscopio ovvero: "un dispositivo fisico rotante che, per effetto della legge di conservazione del momento angolare, tende a mantenere il suo asse di rotazione orientato in una direzione fissa" (Wikipedia)

Un esempio di giroscopio, giusto per capirci: l'orecchio umano ha una camera con cellule sensoriali che percepiscono i movimenti di un liquido. Quando incliniamo la testa il liquido si sposta per effetto della gravità, le cellule sensoriali registrano il cambiamento e mandano un segnale al cervello che aggiorna la posizione del corpo rispetto allo spazio.

Un altro giroscopio che noi utilizziamo è di carattere visivo, ovvero gli occhi. Con gli occhi percepiamo il mondo e, tramite le cellule sensoriali della retina, mandiamo altri segnali al cervello che li combina con quelli arrivati dall'orecchio.


Ok questo è tutto?

Naturalmente no, manca ancora un elemento fondamentale per completare le nostre capacità propriocettive, ovvero la capacità di percepire il nostro corpo relativamente allo spazio.

Se chiediamo a un gruppo di persone di descrivere il nostro mondo, la maggior parte inizierà a parlare di cosa vede intorno, colori, luci, oggetti fermi o in movimento… qualcuno, pochi, vi parlerà di suoni i e rumori, più che altro sarà chi si trova nel traffico di in una grande città o in un deserto, dove gli estremi della percezione uditiva sono particolarmente evidenti.
Per gli stessi motivi, se il soggetto interpellato non si trova in una discarica o in un campo di fiori in primavera, difficilmente descriverà profumi e odori.
Come potete immaginare, saranno rare le persone che descrivono un ambiente attraverso il gusto, probabilmente avete incontrato Andrew Zimmern della serie televisiva "Orrori da gustare"!

La cosa che più mi sorprende è che quasi nessuno vi parlerà del tatto.
Eppure il tatto è il senso con cui, di fatto, interagiamo col mondo, e non sto parlando solo delle persone di sesso opposto ;)

Se pensiamo al tatto, oltretutto, pensiamo solo alle mani. Ovviamente è naturale, tutto il resto è coperto da vestiti e… scarpe!

Bene, siamo arrivati al punto!

Torniamo ai robot che camminano, gli attuatori meccanici che simulano le gambe producono il movimento a doppio pendolo, possiamo inserire giroscopi che simulano l'orecchio (facile) giroscopi visivi che simulano l'occhio (meno facile ma fattibile) eppure ancora il robot fa fatica a tenersi in equilibrio. Cosa gli manca?

La pianta del piede umano è piena di cellule sensoriali (solo a pensarci viene il solletico!) che quando camminiamo mandano continuamente segnali al cervello relativamente al tipo di terreno; il cervello integra i dati con quelli derivanti dall'orecchio e dall'occhio (e altri ancora, naturalmente) e determina la correzione in real-time della postura per mantenere l'equilibrio.

Da tempo in tutte le palestre si parla di esercizi per migliorare la propriocezione, questo per prevenire gli infortuni o per accelerare la riabilitazione a seguito di infortuni stessi; magari comprando una "tavoletta propriocettiva".

Che dire poi dei "percorsi Kneipp" delle "spa" dove ti fanno camminare a piedi nudi sui sassi… a pagamento!!?? …e pensare che mia nonna dal giardino i sassi li toglieva!

Lasciatemi dare un piccolo, gratuito, consiglio: camminate o correte a piedi nudi, portate  fuori il cane a piedi nudi, in casa state a piedi nudi, quando giocate con i vostri figli fatelo a piedi nudi, quando fate il barbecue in giardino fatelo a piedi nudi…

percorso Kneipp personale in giardino :))

In un colpo solo migliorerete la postura, avrete meno mal di schiena, sarete più sani e vi terrete alla larga dagli infortuni legati alla scarsa capacità propriocettiva.

Oltretutto risparmierete anche i soldi della "spa" (ma potete però andarci per farvi fare un piacevole massaggio!) e della tavoletta; anziché fare quel noioso corso di esercizi propriocettivi potete fare ballo latino-americano, magari conoscete qualcuno interessante…

A meno che, naturalmente, non vogliate camminare come robot!! ;)

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

lunedì 19 settembre 2011

Vibram Five Fingers - Barefoot clinic a Milano :)

Non perdetevi la prossima clinic di Corrado Giambalvo al Vibram Five Fingers Store Milano!

E diventate amici su Facebook di "Corri a piedi nudi!": www.facebook.com/pages/Corri-a-piedi-nudi/

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)


giovedì 15 settembre 2011

Correre a piedi scalzi - le vesciche sono un problema o un prezioso alleato?

Chi ha paura del lupo cattivo? Il lupo cattivo in questo caso sono le vesciche; ma siamo proprio sicuri che le vesciche siano inevitabili? O meglio ancora: è forse possibile usare le vesciche per migliorare la tecnica e correre meglio?

Quando si inizia a correre a piedi nudi su certe superfici come l'asfalto o sul tapis roulant sembra che le vesciche siano in qualche modo un male necessario.

Del resto anche con le scarpe c'è qualche problema: basta dare un'occhiata all'arrivo di una maratona per vedere tanti runner togliere dalle scarpe piedi sanguinanti e unghie nere. :((

Le vesciche si sviluppano essenzialmente per due fattori: l'attrito e l'umidità. Correndo con le scarpe l'attrito è piuttosto inevitabile: le scarpe infatti devo essere leggermente più lunghe del piede per permettere al piede stesso d allungarsi flettendo l'arco plantare quindi, anche usando le calze per fare un po' di "cuscinetto" fra piede e scarpa, si crea sempre del gioco, il piede si muove e si produce attrito, l'attrito produce vesciche.

Nel triathlon oltretutto, per questioni di velocità nelle transizioni nuoto/bici (T1) e bici/corsa (T2), non si usano le calze; indossare le calze sui piedi bagnati non è facile!

Mi ricordo la prima volta che ho fatto un lungo di 30km senza calze: sono finito in una pozzanghera e un po' di acqua e ghiaietta sono finiti nelle scarpe: il risultato è stato devastante! con l'attrito della scarpa, la ghiaietta e l'umidità i miei piedi sembravano usciti da un tritacarne!

Naturalmente poi il piede si abitua e se la pelle è sana e idratata resiste maggiormente allo sfregamento. Per idratare e ammorbidire la pelle dei piedi è possibile usare una di quelle paste che si usano per i bambini piccoli col pannolino… fa ridere, ma funziona! ;) 

Ci sono poi dei trucchi: ad esempio la vaselina. Mettendo un po' di vaselina all'interno delle scarpe l'attrito è minore; nella scorsa maratona di Milano, l'ultima mia gara corsa con le scarpe, nonostante il caldo equatoriale, mi si è formata solo una piccola vescichetta in concomitanza di una cucitura della scarpa.

Se si utilizzano le Vibram FiveFingers è importante che la loro misura sia assolutamente precisa, provate varie misure e prendete quella che vi calza più aderente che vi lasci un minimo di spazio sulla punta delle dita. Non dovreste riuscire a mettere un dito fra il tallone e il retro della scarpa. Ricordatevi di provarle in piedi, fare qualche passo e saltarci un po' dentro, con il peso del vostro corpo il piede (sano) si allunda anche più di un centimetro! 
Se doveste comunque avere problemi di vesciche con le FiveFingers, un leggero strato di vaselina sulle zone interessate può aiutare, ma non esagerate per non rovinare le scarpe.

Correndo a piedi nudi naturalmente non ci sono problemi di attrito con la scarpa perché la scarpa… non c'è! ma il piede può risentire del contatto di alcune superfici.
E' più difficile che le vesciche si creino correndo su sterrati, per quanto sassosi e insidiosi, perché su terreni irregolari la pianta del piede appoggia sempre in modo diverso ad ogni passo e le vesciche si formato come abbiamo detto con lo sfregamento continuo.

In linea di massima bisognerebbe evitare di correre a piedi nudi quando piove o sulla strada bagnata: la pelle del piede diventa più delicata e risente di più dello sfregamento. 
Pochi barefoot runners corrono sulle strade ghiacciate d'inverno, e non è infatti molto consigliabile, il freddo e l'umidità possono danneggiare seriamente la pelle, oltretutto poi… si scivola!!

Un ottimo sistema per ottenere vesciche è correre d'estate sulla strada bollente per il sole, specialmente se  l'asfalto è un po' vecchio e ruvido; dipende anche da che tipo di ghiaia viene usata per fare il manto stradale:vicino a Verona, in Valpolicella, dove vivo, viene utilizzata una ghiaia molto aguzza, derivata per lo più dagli scarti della lavorazione del marmo. In posti dove le cave sono in zone di origine vulcanica spesso la strada è letteralmente carta vetrata e non particolarmente piacevole.

Attenzione al tapis roulant! il tappeto tende a scaldarsi. 

Eccovi un paio di consigli a proposito di vesciche:

1 -  Evitare di esagerare !

Generalmente le vesciche non si creano in pochi secondi, la pelle del piede vi avvisa in tempo che qualcosa non va, ascoltatela!
E' buona norma quindi portare sempre con sé un paio di scarpe, anche le più minimali, o sandali. Alle prime avvisaglie di bruciori o fastidi mettete le scarpe. Non ha senso soffrire e dover rinunciare a correre per i giorni seguenti!! ;)

2 - "ascoltate" il vostro piede !

osservate il punto dove si formano le vesciche: nella stragrande maggioranze delle volte non è simmetrico; ad esempio su un piede sì e sull'altro no, sul sinistro la vescica è sulla pianta del piede, un'altra sul tallone o sulla parte più esterna...
Questo significa che l'appoggio non è regolare o comunque sbilanciato, provate a correre in modo leggermente diverso. Riprendetevi con una telecamera e se potete rivedetevi al rallentatore: cercate di capire dove potete migliorare la tecnica.

Ricordatevi che nella corsa a piedi nudi è importante non trascinare il piede, l'appoggio dev'essere deciso; il tallone deve leggermente appoggiare sul terreno per poi rialzarsi senza sfregare e così via. Se il piede sfrega anziché appoggiarsi le vesciche vi tormenteranno sempre!

Il vostro piede è il vostro coach il miglior allenatore che possiate avere; bisogna solo imparare ad ascoltarlo e seguire i suoi "consigli".

Cordialmente, a piedi nudi :) 

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

giovedì 8 settembre 2011

Il nuovo blog di Tellman sulla corsa a piedi scalzi: How to run barefoot!

Tellman è un barefooter, su YouTube si trovano tantissimi suoi video, sul suo canale potete seguirlo nei suoi tentativi di attraversare l'America... a piedi nudi! per raccogliere fondi per i bambini poveri.

Sì, a prima vista Tellman Knudson sembra una via di mezzo fra Forrest Gump e un supereroe hippy degli anni 60, ma sotto quest'apparenza scanzonata si cela una delle più geniali menti della New Economy, un uomo da 9 milioni di dollari! ;)

Tellman è un barefooter, e ci tiene veramente tanto, tanto da riuscire a dedicare del tempo personalmente a rispondere ai commenti del suo nuovo blog dedicato alla corsa  piedi nudi:

howtorunbarefoot.com/

Tellman è un barefooter ed è un grande comunicatore. Proprio quello di cui ha bisogno la nostra piccola comunità di gente scalza.

Cordialmente, a piedi nudi :)  O come direbbe Tellman: Shabambo! :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

lunedì 5 settembre 2011

Correre a piedi scalzi migliora la propriocezione e aiuta a prevenire gli infortuni

Il clima estivo invita anche il runner "stradista" ad abbandonare l'asfalto e a correre in montagna nei boschi, spiagge o stradine sterrate in campagna.

Purtroppo chi per tutto l'anno si allena solo sull'asfalto rischia di farsi seriamente male: la monotonia dell'appoggio in qualche modo "addormenta" il piede, che ci può quindi abbandonare nel momento del bisogno.


Prima di parlare di come fare per ovviare a questo inconveniente, dobbiamo capire come funziona il meccanismo della "propriocezione", ovvero la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio.

Contrariamente a quello che si pensa, i maggiori stimoli derivati dalla corsa non derivano dagli occhi. Il mondo moderno ha dato alla vsta una grande importanza: televisione, pubblicità esterna, indicazioni stradali… tutto sembra essere pensato per uno solo dei 5 sensi; ma non dobbiamo dimenticarci che il mondo moderno, in quanto tale, ha una storia sul piano evolutivo assolutamente marginale.
Non voglio partire con Lucy (l'ominide ritrovato in Africa risalente a 5 milioni di anni fa), ma pensiamo all'uomo come siamo abituati a pensarlo: la nostra storia ha almeno 10.000 anni e per quasi la totalità di questo tempo l'uomo ha avuto un contatto con la natura sicuramente più importante che la" passeggiata in campagna" che facciamo nei weekend.

Le prime strade sono state costruite dai romani poco più di 2500 anni fa, e non erano certamente dappertutto! Ancora adesso in gran parte del mondo molte popolazioni non vivono in zone dove vi sono strade asfaltate; un paio di esempi abbastanza significativi? I keniani e gli Etiopi! ;)

Il fatto che keniani e etiopi crescano in zone dove le strade non sono asfaltate e poi vincono le maratone su strada ci dovrebbe far riflettere!

Torniamo alla propriocezione, quindi a come il cervello capisce dove mettere i piedi durante la corsa per non farsi male. La vista è sicuramente uno degli elementi, ma non è il più importante; è un senso abbastanza lento che non ci può aiutare quando corriamo veloci o ci buttiamo giù per una discesa.

La maggior parte degli stimoli propriocettivi provengono dai piedi.

Il piede è un capolavoro di ingegneria, Leonardo da Vinci ne era assolutamente affascinato, la pianta del piede è una delle zone più sensibili del nostro corpo perché letteralmente piena di cellule sensoriali.
E' il piede che maggiormente sa dove stiamo andando, dove stiamo correndo.
La connessione col cervello è incredibilmente più veloce della vista e da un feedback molto più immediato, permettendoci di adattare in tempo reale la nostra corsa al tipo di terreno e quindi ad evitare gli infortuni.

In tutte le riviste sulla corsa ci sono vari articoli che parlano di propriocezione; molti suggeriscono buffi esercizi e saltelli da fare in palestra (io però in palestra non ho mai visto nessuno farli, e non mi dite che li fate a casa perché non ci credo!), tavolette basculanti (che possono migliorare un po' l'equilibrio ma non non la propriocezione), o altri metodi che mi ricordano il tentativo di un gatto di arrampicarsi sui vetri ( traduzione italiana del milanese "rampegà sui veder" ;)"

La soluzione migliore per migliorare la propriocezione è fare quello che fanno i keniani e gli etiopi, e che l'uomo ha sempre fatto per migliaia, milioni di anni: correre a piedi nudi, preferibilmente sullo sterrato.

No, non è necessario correre sempre scalzi; dopo un periodo di adattamento, dove si deve purtroppo reimparare a correre in modo naturale (che sembra un controsenso ma è così), suggerisco di correre almeno il 10,15% del chilometraggio settimanale  senza scarpe.

I terreni migliori possono essere prati d'erba, sentieri sterrati, spiaggia (andateci piano sulla sabbia, però, finché tendini e caviglie non si sono adattati), sassi… sì, anche sassi! non è così difficile come si può pensare! ;)

E… no! mi dispiace, ma utilizzare scarpe minimaliste non è la soluzione migliore, anche se sono meglio delle scarpe iperammortizzate che rendono il piede totalmente "cieco" e "sordo" nei confronti del terreno.

Un ultima avvertenza prima di chiudere l'articolo: attenzione, correre a piedi nudi crea dipendenza! Se ci provi (nel modo giusto) una volta, difficilmente torni indietro, e il tuo mondo non sarà più lo stesso (sarà molto migliore!! :))

Cordialmente, a piedi nudi :) 

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)