lunedì 23 gennaio 2012

Barefoot shoes: scarpe per correre a piedi nudi! :))

Mi sorprende sempre come certi modi di dire all'inizio sembrino assurdi, e man mano che vengono usati, vengano accettati come "normali".

"Barefoot shoes", letteralmente: scarpe a piedi nudi… detto così sembra una via di mezzo fra una battuta di spirito e una presa in giro, la mia professoressa di italiano l'avrebbe definito un ossimoro, figura retorica basata sull'accostamento di opposti.

A rigor di logica se uno è a piedi nudi non ha le scarpe e viceversa, ma se andiamo sui siti di Merrel, Vibramfivefingers, Nike, giusto per fare qualche nome, il termine barefoot, "piedi nudi", viene utilizzato per descrivere un modello di… scarpe!

La corsa è sempre stata uno sport molto economico, nessun campo da affittare, attrezzatura limitata, nessun maestro da pagare… c'era veramente poco da vendere e da guadagnarci. Come potrebbe sopravvivere  un giornale sulla corsa senza sponsor? Che interesse c'era nel parlarne in tv, al telegiornale? 

Fortunatamente oggi molti runners non riescono ad uscire per fare 10 minuti di corsa senza:

iPod / Mp3
Cardiofrequenzimetro
Gps
Pantaloncini in tessuto tecnico
Maglietta in tessuto tecnico
Cappellino
Calze anti sfregamento
Gel / barrette, integratori di elettroliti

e… naturalmente le scarpe!

Le scarpe che fra l'altro devi cambiare ogni 500 / 800 km, che se corri i famosi 10 minuti va bene, ma se se corri seriamente le devi cambiare ogni mese, anche perché puzzano e se le lavi in lavatrice il potere ammortizzante dell'EVA diminuisce e poi sono dolori!

Poi c'è la palestra, il fisioterapista, il massaggiatore, il medico per gli infortuni, i plantari su misura…

Oh! Adesso sì che vale la pena parlare di corsa!  ;)

Poi, recentemente, la gente si è però resa conto che si può correre anche senza scarpe, anzi: può essere addirittura meglio!

Tutto questo paradiso del business stava per essere rovinato!  :-O

Perché, naturalmente, per correre, specialmente quei famosi 10 minuti nel parco, basta che ti alzi dal divano, spegni la tv, ti togli le ciabatte,, e vai fuori a correre! :)))

Un disastro!  un intero settore merceologico rischiava di fallire! La corsa stava tornando ad essere "povera"!

Ma poi fortunatamente sono arrivate le "Barefoot shoes",  adesso anche la corsa a piedi nudi ha un design, un'etichetta, può essere impacchettata e venduta, le star di Holliwood le mostrano orgogliose e i giornali dedicano spazio al fenomeno "barefoot".

Correre "a piedi nudi" è diventato di moda.

Fortunatamente è una moda che (se seguita in modo corretto e rispettando il proprio fisico) fa bene e migliora la vita!

I puristi del barefooting storcono un po' il naso, ma onore al merito alla Vibram per averci creduto.

Chi segue questo blog sa che suggerisco vivamente di correre una cospicua parte del chilometraggio settimanale scalzi. 
Le scarpe, infatti, per quanto "barefoot" possano essere, danno un senso di falsa sicurezza che spinge ad esagerare, e il "troppo o troppo presto" è la prima causa di infortunio nella corsa con scarpe minimaliste. A piedi scalzi si è istintivamente portati a fare le cose con più accortezza e gradualità.

Una qualsiasi suola, per quanto sottile, impedisce inoltre al piede di "sentire" pienamente il terreno e i benefici per le capacità propriocettive, con i conseguenti miglioramenti della postura, dell'equilibrio e della tonicità e reattività del piede, sono più limitati.

Per quanto possano essere minimaliste, per quanto siano "Zero drop", ovvero senza tacco, per quanto la biomeccanica della corsa possa avvicinarsi al barefooting, correre a piedi nudi è un'altra cosa, e per rendersene conto basta semplicemente... correre a piedi nudi!

Ciò non toglie che con un minimo di suola si ha il grande vantaggio di poter correre fra i sassi in montagna, su vetri e chiodi, sull'asfalto rovinato delle strade italiane, freddo e ghiacciato d'inverno e bollente d'estate, con maggiore tranquillità, più velocemente e più a lungo che a piedi nudi.

Chi scrive possiede tre paia di Vibram FiveFingers e uno di Merrel Glove, il che per uno che ha due soli piedi… non è male! :))

In realtà anche i Tarahumara usano i loro famosi sandali ricavati dagli pneumatici usati per correre nel Copper Canyon! ;)

Fra l'altro, avete notato che le nuove Spyridon LS, della collezione 2012 di Vibram FiveFingers, hanno la suola con tassellature che ricordano gli… pneumatici?!!! :))))
Visto che ormai tutti usano questo termine, anch'io chiamerò queste scarpe minimaliste "barefoot shoes", "scarpe a piedi nudi", anche se mentre lo scrivo, mi viene un po' da ridere :))

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

giovedì 12 gennaio 2012

Correre a piedi nudi: quali sono i rischi e come evitare gli infortuni


Se si parla di running, che sia fare jogging nel parco o correre una maratona, con scarpe o senza, sembra inevitabile parlare di infortuni, quasi che questi siano una componente necessaria alla corsa.

Ma gli infortuni sono veramente così inevitabili?

E soprattutto, cosa si intende per infortunio?

Gli infortuni si possono dividere in tre categorie:

- accidentali
- di eccesso
- di forma

Gli infortuni accidentali.

Sono quelli derivati da incidenti non prevedibili: inciampare su una radice di un albero, scivolare sul ghiaccio e così via fino ad arrivare a incontri ravvicinati con automobili, cani poco educati e così via.

Una delle preoccupazioni di chi corre a piedi nudi è tagliarsi un piede con vetri o rocce appuntite; l'esperienza ci dice tuttavia che questo tipo di infortuni è molto raro e facilmente evitabile ricorrendo come dice Christopher Mcdougall a speciali dispositivi: gli occhi! In effetti basterebbe guardare dove si mettono i piedi!

Spesso questi "incidenti" sono dovuti a distrazione, per molti infatti la corsa è un momento di relax dove è possibile lasciar vagare la mente e quindi è molto difficile mantenere sempre la giusta concentrazione.

La cosa positiva è che chi corre a piedi nudi pone istintivamente più attenzione a quello che sta facendo e di conseguenza riesce ad evitare molte situazioni spiacevoli.

Come si possono evitare?

Perlopiù gli infortuni accidentali si evitano mantenendo la giusta concentrazione sull'azione della corsa, all'ambiente circostante. Personalmente evito l'uso di mp3 e cuffiette e, allenandomi principalmente con Elsa, la mia golden retriever, l'attenzione verso l'ambiente e la mia compagna di corse è pressoché inevitabile.

Gli infortuni di "eccesso".

Too much, too sono, dicono in inglese: troppo e troppo presto. Alzi la mano chi non ha mai esagerato! In certe culture e religioni il running viene considerato al pari di una droga, produce infatti dipendenza e siamo spinti a volerne sempre di più. Purtroppo i nostri muscoli, tendini, ossa e legamenti vari hanno bisogno di tempo per adattarsi, non rispettare questi tempi significa quasi inevitabilmente farsi male.

Questo è il tipo di infortuni che maggiormente colpisce chi si avvicina al barefooting; quando si inizia ad apprezzare la corsa a piedi nudi, si scopre che alcuni dolori come quelli al ginocchio sembrano sparire e spinti da un piacevole senso di euforia, si esagera e il nostro corpo immancabilmente ci punisce con tendiniti o peggio fatture da stress! :((

Come si possono evitare?

Non esagerando, naturalmente ;) In particolare per chi inizia a correre con scarpe minimaliste consiglio di correre a piedi nudi, no FiveFingers, no sandali, no calze: a piedi nudi!

Le scarpe minimaliste fanno veramente bene il loro lavoro proteggendo il piede, ma purtroppo danno un senso di falsa sicurezza che ci spinge a correre troppo veloce o troppo a lungo rispetto alle nostre possibilità.

Se si corre a piedi completamente scalzi, il nostro cervello e il nostro corpo si pone automaticamente in modalità "sicurezza" ed è più facile autoregolarsi.

Oltretutto la propriocettività nella corsa a piedi nudi è stimolta al massimo e la maggiore sensibilità del piede acquisita con la corsa scalzi aiuta ulteriormente ad evitare infortuni.

Il mio consiglio è quindi di correre (completamente) scalzi per almeno il 20, 30% del chilometraggio totale,  anche se poi si corre con scarpe minimaliste o meno.

Gli infortuni di forma.

Sono dovuti ad errori nella biomeccanica della corsa. Qui naturalmente si può aprire un grande dibattito su quale sia il modo giusto per correre.

Sembra infatti che il movimento più naturale dell'uomo, quello che i bambini imparano prima addirittura del camminare, sia diventato nel tempo la cosa più difficile del mondo.

Come si possono evitare?

Ultimamente c'è stato un gran proliferare di libri e scuole di pensiero sulla tecnica della corsa; giusto per citarne alcune:

Chi running
Pose running
Evolution running
Barefoot Ken Bob

Curiosamente i primi tre, che sono fra i metodi più citati nel barefooting, non prevedono se non occasionalmente la corsa senza scarpe :) In realtà, come dice Barefoot Ken Bob, che ovviamente non è un metodo, ma un famoso barefooter, nei corsi relativi a questi metodi si passa la maggior parte del tempo a cercare di simulare con le scarpe situazioni come ad esempio l'appoggio frontale del piede, che nella corsa a piedi nudi sono spontanei e naturali; avete mai provato a correre scalzi appoggiando il tallone? :)))))

Il libro di Ken Bob non illustra un vero e proprio metodo, ma è una raccolta di esperienze e "illuminazioni" che ogni barefoot runner, ma anche chi corre con scarpe più o meno minimaliste dovrebbe leggere e lo consiglio vivamente.

Qui sotto il video di Ken Bob filmato dal celebre Dr. Lieberman.

Conclusioni?

Non sempre gli infortuni si possono evitare, ma con un po' di attenzione alla forma, alle sensazioni del proprio corpo e all'ambiente circostante, si possono sicuramente ridurre.

La corsa, specialmente a piedi nudi, può essere veramente un modo, forse il migliore, per vivere una vita sana e felice.

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

martedì 10 gennaio 2012

Le medaglie di Muttley e la corsa a piedi nudi: come completare una maratona


"Medaglia, Medaglia, Medaglia!"

Chi non si ricorda di Muttley, l'aiutante di Dick Dastardly nel cartone animato "Dastardly e Muttley e le macchine volanti"?
Muttley aveva un solo obiettivo, ricevere una medaglia!

Ma in fondo, cos'è una medaglia? E' solo un pezzo di metallo senza valore!

Ogni volta che arrivo a casa dei miei genitori dopo una gara con una medaglia, mio papà mi chiede se sono arrivato primo. Quando gli dico che la danno a tutti, sembra che ci rimanga un po' male.

In realtà, naturalmente, la medaglia non viene data a tutti: viene data a quelli che finiscono la gara.

Durante la scorsa Milano City Marathon, l'ultima volta che ho corso con scarpe tradizionali, a causa di una tendinite, avevo programmato di ritirarmi al 30° Km.

Faceva anche un caldo infernale, più di 30 gradi… ad aprile!

Lungo la strada le ambulanze soccorrevano runners svenuti, in preda ai crampi; appoggiati a cartelli e lampioni alcuni fra i più estremi vomitavano integratori.

Fra un caduto e l'altro, superando il 30° km l'idea di ritirarmi era sempre più allettante.
Con in mano una bottiglietta d'acqua mi guardavo intorno zoppicando cercando una fermata della metropolitana per poter tornare all'arrivo, ritirare la borsa e andare a farmi una bella doccia. L'euro per il biglietto nella mia taschina, ero preparato!

Arrivare a 30 km con una tendinite sembrava abbastanza onorevole, no? ;)

Mentre sorseggiavo l'ennesimo sorso d'acqua ho sentito un paio di runners chiacchierare mentre mi sorpassavano: "forza, dai, andiamo a prenderci la nostra medaglia"!

!!!

Medaglia? Medaglia, la medaglia senza valore, quella che danno a tutti, a quelli che finiscono...

Improvvisamente, una vocina dentro di me mi ha detto: "Ehi, la voglio anch'io, la mia medaglia!"

Il mio passo non era dei più spettacolari, sulle caviglie erano ben visibili due cerotti antidolorifici.

Nel triathlon si dice: "Corri finché puoi, se non riesci a correre cammina, se non riesci a camminare striscia! ma non mollare mai"!
Ero assolutamente determinato a non strisciare! ma considerate le circostanze, l'idea di camminare non mi sembrava male, la medaglia mi avrebbe aspettato.

La bottiglietta d'acqua era finita, mi stavo chiedendo quando sarebbe arrivato il prossimo ristoro quando lo sguardo mi è caduto sul cartello del 35° km :)

Mentre chilometri scorrevano veloci, qualche chiacchiera, manifesti, le vetrine, visualizzavo mentalmente l'immagine della medaglia intorno al mio collo. La mia medaglia.

Al 40° km mi sono accorto di non zoppicare, qualche passo di corsa, tutto ok.

Gli ultimi due chilometri li ho fatti correndo fino al traguardo. Una gentile ragazza mi aspettava sorridendo, in mano aveva la mia medaglia! me l'ha messa al collo.

Medaglia? Sì, una medaglia! Una medaglia che ha un grande significato: potevo mollare, ero deciso a lasciar perdere, ero convinto di non potercela fare.

E invece, per merito di uno stupido pezzo di metallo, ho finito la gara felicemente con un mitico 04:42:41 che rimarrà alla storia come il mio peggior risultato (o almeno lo spero!), ma anche come un grande insegnamento, anzi due:

1° - Corri finché puoi, se non riesci a correre cammina, se non riesci a camminare striscia, ma non mollare mai! Sì, lo sapevo già, ma ora l'ho imparato e so che funziona.

2° - Se veramente stai male, ritirati! Non saresti un eroe, ma solo uno stupido. Ci saranno altre giornate e altre gare.

No, le due cose non sono in contraddizione: il nostro cervello cerca di proteggerci avvertendoci prima che possa succederci qualcosa di brutto, ma a volte è un po' troppo cautelativo.

Una divertente barzelletta recita: "Io ascolto il mio corpo! - mi dice di sdraiarmi sul divano davanti alla tv e bere una birra!"

A volte, durante una maratona o nella vita, ci serve un piccolo aiuto, un'ancora a cui aggrapparsi per superare le avversità, i brutti momenti, il muro del 30° km.

Secondo la mia esperienza i pensieri positivi funzionano meglio: l'orgoglio, il bisogno di sentirsi superiori, lo "sfidare sé stessi", possono sembrare potenti, ma a lungo andare portano a delusioni e infortuni.

Più è potente quest'ancora, più ci si crede, e più ci si convince di potercela fare, in una maratona, o nella vita. Personalmente suggerisco di aggrapparsi ad un pensiero felice: una persona amata, una causa sociale, ma anche uno stupido pezzo di metallo che chiamano medaglia intorno al collo.


Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)