lunedì 29 settembre 2014

Mezza maratona a piedi scalzi, La Maddalena, Sardegna :)

Siamo felici di pubblicare l'avventura "barefoot" di Marta D'Amico :)

Scriveva Françoise Mézières: “la salute è il risultato di una forma perfetta”, aggiungendo che, non c'è un funzionamento corretto senza una forma perfetta.

Domenica 21 settembre, a La Maddalena in Sardegna, mentre corro la 5° mezza maratona del mio 1° anno da runner, (la prima in modalità "barefoot"  cioè scalza + FiveFingers), osservo la gente correre: alcuni corpi sono perfette macchine, altri invece, sono dei rottami che trotterellano  affannosamente nelle salite che portano alle antenne di Caprera, mentre lottano contro sole, caldo ed  umidità.


Io non mi reputo una Ferrari Testarossa, ma nemmeno un’Ape Piaggio ;) 
Negli ultimi 2 anni  ho iniziato a correre, meglio, ho imparato a correre: ho corso 4 mezze maratone ed una serie consistente di gare e garette; ho anche fondato una società podistica e, con il mio gruppo dei Lions Runners Caprera, ho addirittura organizzato 2 manifestazioni.

Modalità di corsa? lunghe distanze a velocità da crociera, 5/5.30 km a minuto, senza faticare eccessivamente, ma  azzardando sempre il km in più.  

Questa mia 1’ gara barefoot (8.5  km  metà scalza +  12.5 indossando le  FiveFingers) è un mix di testardaggine, irrazionalità, passione, e forza di volontà.
Quattro mesi fa, la visione a Lucca di Folco Terzani scalzo e sorridente e subito dopo la lettura  di  un libro, che tutto il popolo corridore scalzo conosce: “born to Run “ di Christopher McDougall iniziano a stuzzicare la mia voglia di buttare nel cestino le comode ed ammortizzate Saucony Jazz. 
L’autore del libro o uno dei personaggi principali, Barefoot Ted, Ted lo scalzo, un po’ mi assomigliano, certo sono più famosi, ricchi e tutti e due hanno molti meno capelli di me, ma, entrambi hanno  la mia stessa voglia di correre e la stessa consapevolezza di non essere agili gazzelle keniane da 3,20 min a km; inoltre, hanno in comune con la sottoscritta  una serie infinita di acciacchi, che non permettono loro di realizzare i propri obbiettivi, come correre maratone ottocentesche o recuperare da una fascite plantare.

Non mi voglio dilungare troppo sulla dissertazione medica: per ogni Dott. Liebermann che sposa la corsa scalza o con scarpe minimal come le FiveFinger, infatti, ci sono 50 medici, fisiatri, podologi ed ortopedici che si fregano le mani pensando alle prossime parcelle che un barefoot runner dovrà sborsare loro. E’ però importante non seguire troppo il cuore, come faccio io, che, a quattro giorni dalla gara ho ancora i polpacci doloranti, ma affrontare un tipo di corsa completamente diverso in maniera graduale.

Il mio errore principale? In pochissimi mesi, appena due, sono  partita da una scarpa molto ammortizzata  (Brooks Ghost o Saucony Jazz) al piede nudo, inserendo più  tardi le Vibram FiveFingers; tutti i runners barefoot che ho conosciuto e con cui ho scambiato informazioni, invece,  mi hanno consigliato di iniziare gradualmente, magari iniziando a correre con delle scarpe flat o delle a/1, abbandonando del tutto le scarpe classiche, onde dare modo al piede e, soprattutto al tendine di Achille, la possibilità di allungarsi ed adattarsi in modo definitivo al nuovo stile di corsa.

Il mio approccio è stato sull’asfalto, niente sabbia da romantici spot o erba soffice, due o tre tipi di asfalto ruvido e nero che,durante l’estate, temevo  mi distruggesse la schiena, invece ho migliorato sensibilmente sia la postura ed ho smesso di avvertire quel fastidioso dolorino alla base della schiena che accompagnava tutte le mie sedute di corsa.

Due mesi di 4,5 al massimo 6 km scalza o con five finger, atterrando sempre sull’avampiede, provate persino le ripetute, fino ad arrivare ad un massimo di 11 km corsi in allenamento, mentre, preparando una maratona, continuavo ad allenarmi sulle lunghe distanze con le scarpe ammortizzate e un mini trail in sterrato mi regalano, purtroppo ad una sola settimana dalla gara, versamento ed infiammazione del tendine dei gemelli:  infortunio non grave, che, tuttavia mi fa  desistere dal correre la mezza maratona in velocità.

Il mio programma, molto folkloristico a dire la verità, ma dovuto perché gioco in casa e vorrei far pubblicità ai miei lions, comprende 5 km scalza, 10 km  con five fingers e altri 6 km scalza.

Parto benissimo a 5.30 min a km, piedi nudi, sorriso stampato  e chiacchiera facile ;)

Tra i miei compagni è un tripudio di domande, la mia risposta clou è  mamma non mi ha fatta con le Mizuno!”, al 4 km lo sento: pietra  o spina o vetro o qualcosa di tagliente, resisto un altro km, poi  metto le five finger, la mia gara in velocità è  finità, ma già lo sapevo… adesso bisogna resistere, con le Vibram il dolore è attutito, ma si sente lo stesso :(

Al 14 km inizio a zoppicare, spostando il peso della gamba destra dove ho “forato” sulla sinistra dove ho l’infiammazione; inizio ad alternare camminata veloce e corsa e al 17 km tolgo le scarpe, ogni promessa è debito!

Il taglio c’è si vede e si sente, il tempo di una sosta all’ambulanza x un bagno di acqua ossigenata e via, il traguardo è vicino!

Arrivo zoppicando nel peggior tempo mai fatto neanche in allenamento, ma arrivo, scalza e felice e ho la mia medaglia e il mio secondo di gloria e pure un 3° Posto di categoria.

Ho i miei cari, i miei amici, il mio gruppo e ho anche due alter ego : Francesco di 55 anni che ha corso tutta la gara scalzo chiudendola con un ottimo tempo  e che, mi racconta, corre scalzo felicemente da 1 anno e poi Sandro che ha corso con le FiveFingers dopo aver provato, senza successo, a correre scalzo.



E’ stata un’esperienza avventata, lo so, ma esaltante; ed io, che  sono nata scalza, senza Mizuno e senza plantari, vorrei continuare  a provare, perché, in una terra lontana, tra dirupi, canyon  e montagne, Micah Trueun, conosciuto come Caballo Blanco, un uomo che viveva per correre, ripeteva  spesso: ”Run Free”, la corsa è libertà, Amigo :)

Marta D’Amico


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