C'erano delle ragioni per quest'evoluzione: le foreste che prosperavano di frutti si stavano diradando e la jungla era diventata un posto molto competitivo.
In realtà l'uomo, come tutti i primati, gorilla compresi, mangiava già carne, ma solitamente la cena era costituita da insetti, larve, piccoli animaletti.
Cacciare nella savana però era un'altra cosa: gazzelle e impala corrono veloci e rappresentano una sfida molto difficile per un primate.
L'uomo ha perso il pelo, iniziato a sudare (il più efficiente sistema di raffreddamento nel mondo animale) e assunto una posizione eretta, che permetteva di avvistare prede e predatori da lontano e subire meno i raggi del sole.
L'uomo ha iniziato a comunicare e collaborare: in gruppo è più facile adottare strategie di caccia.
Elaborare strategie di caccia implica una grande predisposizione al problem solving, e quindi intelligenza: il cervello dell'uomo ha iniziato a ingrandirsi e svilupparsi.
Per cacciare l'uomo ha iniziato a correre: la caccia con traccia o persistenza implicano una predisposizione alla corsa di resistenza in climi estremi.
Allora l'uomo correva a piedi nudi.
L'arco del piede, la caviglia, le ginocchia e l'anca sono uno dei migliori sistemi di ammortizzazione esistenti.
La pianta dei piedi, con i suoi milioni di sensori, aggiusta micrometricamente il movimento al terreno per permettere la migliore propriocezione e quindi equilibrio.
Ci sono voluti due milioni e mezzo di anni per perfezionare la corsa di resistenza dell'uomo.
In 40 anni, dagli anni 70, l'uomo ha pensato che in due milioni e mezzo di anni la natura e l'evoluzione avesse fatto un pessimo lavoro, e ha costruito scarpe con supporto plantare, tacco rialzato e ammortizzazione.
L'uomo ha inventato i pronatori e i supinatori, il test del bagnato, e ha deciso che allungare il passo e atterrare di tacco fosse la cosa migliore per correre, a patto di avere le migliori scarpe sul mercato, da sostituire ogni "tot" chilometri, consigliate dagli "esperti" dei negozi.
L'uomo ha però continuato ad infortunarsi, a spaccarsi le ginocchia, le caviglie, e a spendere soldi comprare scarpe futuribili con iperammortizzazione e plantari su misura... e a farsi male.
Finché in varie parti del mondo, qualcuno ha provato a togliersi le scarpe e a scoprire che senza si corre meglio, le ginocchia fanno meno male, ed è più bello e divertente (complice anche un libro: Born to run di Christopher McDougall, leggi il post: Born to Run di Christopher McDougall)
Adesso, dopo più di 40 anni di scarpe l'uomo ha scoperto che senza scarpe si corre meglio, cosa che sapeva da milioni di anni, ma se l'era dimenticato.
Certo, correre a piedi nudi non costa nulla e non c'è interesse; per non perdere il mercato, le varie case produttrici di scarpe hanno inventato le "Barefoot shoes" ovvero le scarpe per correre a piedi nudi...
Purtroppo, con le "barefoot shoes" i problemi non sono spariti, fratture da stress, tendiniti e altro contiuano a rovinare la vita dei runners.
La verità è in realtà molto semplice: correre a piedi nudi significa... correre a piedi nudi!
Correre con le scarpe, seppure "barefoot", non è come correre a piedi nudi, e può portare a infortuni anche gravi.
Se tuttavia correte a piedi nudi per la maggior parte del tempo, e volete indossare un paio di scarpe dal look intrigante, sicuramente l'ultimo modello di Nike può valere più di un'occhiata.
Ma per favore, non chiamiamola "barefoot shoe".
Cordialmente, a piedi nudi :)
Cordialmente, a piedi nudi :)
Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)
Ciao, sono un neofita del Barefoot Running... vorrei chiederti qualche consiglio... posso contattarti? (mail, facebook... altro?)
RispondiEliminaBell'articolo.
Grazie :)
EliminaPuoi contattarmi via mail: andrea@corriapiedinudi.it
A presto
Andrea