lunedì 21 settembre 2015

Corsa, caccia, evoluzione e la dimensione del cervello dell'uomo

Chi si interessa di corsa a piedi scalzi ha spesso letto a proposito della connessione fra corsa, caccia e evoluzione.

Ad un certo punto della sua storia evolutiva, circa 2,5 milioni di anni fa, l’uomo ha iniziato a cacciare in gruppo.
I tipi di caccia in branco sono la caccia di persistenza e la caccia con tracciatura, o un misto delle due.

La caccia di persistenza consiste nel individuare in un branco di prede un individuo debole, isolarlo dal resto del branco e inseguirlo fino allo sfinimento, per poi abbatterlo con lance o arco e frecce.

La caccia con tracciatura consiste invece nel ferire un individuo del branco, isolarlo dal resto del branco e seguirne le tracce finche non lo si raggiunge.

Perché possa funzionare, la caccia in gruppo richiede una serie di abilità:

  • linguaggio
  • memoria
  • associazione
  • pattern recognition
  • attenzione
  • percezione
  • azione
  • problem solving
  • immagini mentali

e naturalmente la corsa di resistenza

Se capace di trovare le piccole differenze?

Molti avranno riconosciuto nelle prime le comunemente dette “abilità cognitive”, la corsa è da un punto di vista dell’evoluzione umana, il collante di queste abilità. La capacità di riconoscere una particolare zebra all’interno del branco, seguirne le tracce, comunicare con gli altri membri del gruppo al fine di raggiungere uno scopo, portare da mangiare alla famiglia, sarebbero stati inutili senza la capacità dell’uomo di correre per decine di km sotto al sole delle savane.

A questo proposito consiglio di vedere Fair Chase; un film documentario dove dei runner professionisti ricreano la caccia di persistenza dei nostri antenati.

La dimensione del cervello umano ha iniziato ad aumentare in modo sensibile due milioni e mezzo di anni fa, parallelamente alla scoperta da parte dell’uomo della caccia di gruppo con conseguente inserimento di quantità di proteine nella dieta. La maggior capacità cerebrale ha dato la possibilità di migliorare le abilità cognitive e permettere l’uso di strumenti, come le armi che aiutavano a cacciare e così via, fino a circa 10.000 anni fa.

Le dimensioni, del cervello, contano!

10.000 anni fa, con la Rivoluzione Agricola del Neolitico la vita dell’uomo ha registrato un grande cambiamento: da cacciatore/raccoglitore è diventato agricoltore/allevatore.

Sembra che il prezzo della vita più comoda sia la diminuzione della nostra forza e salute, e una diminuzione delle dimensioni cerebrali di circa il 10%.

Per approfondire:
Scientist record decrease in human brain size
Scientists are alarmed by shrinking of the human brain

Per quanto il nostro cervello sia sicuramente più “allenato” agli stimoli e le connessioni neurali siano sicuramente più performanti,  e anche se alcuni scienziati hanno dato altre spiegazioni, c’è una discreta possibilità di avere meno intelligenza “pura” rispetto a un uomo di Cro Magnon.

La caccia quindi sembra essere strettamente connessa con la nostra evoluzione, ed è forse il legame con la caccia e la corsa il motivo per cui stiamo così bene dopo una corsa; come dice uno dei protagonisti del citato documentario "Fair chase", quando rincorri e cacci per tutto il giorno un'antilope, quell'antilope ha un sapore meraviglioso ;)

Naturalmente la caccia di cui si parla in questo articolo non ha nulla a che fare con la caccia sportiva moderna, la caccia era, ed è ancora per alcune tribù, una questione di sopravvivenza: se la caccia andava a buon fine la famiglia mangiava, altrimenti no. Probabilmente c’era anche più rispetto per le prede e per l’ecosistema, la cui salute rappresentava una risorsa fondamentale per la sopravvivenza, cosa che oggi abbiamo dimenticato.

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

martedì 1 settembre 2015

La cadenza perfetta nel running: 180 passi al minuto?

Una famosa filastrocca recita:

« Regina reginella, quanti passi devo fare
per arrivare al tuo castello con la fede e con l'anello, con la punta del coltello? »

Ma la vera domanda che si fa, o si dovrebbe fare, ogni runner è: quanti passi al minuto?


La matematica sembra facile: velocità = lunghezza x frequenza

Ad esempio, un runner con un passo lungo 1 metro che fa 180 passi al minuto correrà a 180 metri al minuto, pari a 10,8 km/ora

Quindi, se voglio correre più veloce, posso aumentare la frequenza del passo o la sua lunghezza, o entrambe.

Purtroppo non è così semplice: la lunghezza del passo e la sua frequenza sono strettamente connessi alla biodinamica della corsa e, ovviamente, alla struttura fisica del runner. Ogni runner indipendentemente dal suo livello ha una sua “zona magica”, un rapporto fra cadenza e lunghezza passo ottimale per  correre una determinata distanza.

Più alta la cadenza, più corto è il passo, più corto il passo meno tendenza ad atterrare di tallone, e meno rischio quindi di infortuni.
Una maggiore cadenza implica anche più fase aerea, meno attrito e meno impatto col suolo, quindi più efficienza, meno dispendio di energie e ancora meno infortuni.

Qual è quindi la cadenza migliore?

Per prima cosa è meglio capire qual è la cadenza a cui normalmente corriamo: possiamo farlo contando i passi a mente (difficile, io perdo il conto), chiedendo a un amico di contarli per noi, facendo un video o con uno dei nuovi orologi/gps/contapassi, che riescono a dare un’idea più precisa della cadenza all’interno di tutta la sessione di corsa.

Una volta trovata la cadenza, che definiamo “di partenza”, possiamo fare delle sessioni test, con ripetute dai 1000 ai 1500 metri, a seconda della distanza di corsa che si vuole affrontare, aumentando o diminuendo la cadenza e registrando le diverse sensazioni e velocità. E' possibile fare questi test su pista, tapis roulant o strada/trail; io suggerisco di farli sulla superficie dove si corre di solito: su un sentiero la cadenza può essere molto diversa rispetto a quando corriamo su pista o tapis roulant.

Uno strumento utile per gli esercizi sulla cadenza è il metronomo Tempo-Trainer-Pro della Finis, creato principalmente per la cadenza nel nuoto ma ottimo anche nella corsa; si può attaccare al cappellino e si può dettare il “bip!” ogni passo, 2 o 3 a piacere. Io uso un bip! al secondo e cerco di fare 3 passi per bip!

Come riferimento possiamo comunque dire che una frequenza sotto i 160 ppm è troppo bassa e si è a rischio di infortuni. Intorno ai 180 sembra essere la cadenza media di molti runner professionisti, il numero "magico", molto oltre i 180, specialmente nelle lunghe distanze (21km, 42km, ultra…) è piuttosto inusuale e non facile.

Una piccola nota: quando corro con scarpe (Vibram Five Fingers o  altre minimaliste) la mia cadenza media è intorno ai 170 ppm; correndo a piedi nudi  la cadenza aumenta a 175/180 in modo naturale. Probabilmente perché ricevendo i segnali di propriocezione dai piedi, il corpo adotta in automatico una biodinamica più efficiente, e a pari velocità mi stanco meno ;)

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

Per chi vuole approfondire:

http://www.runnersworld.com/race-training/the-great-cadence-debate
http://sciencebasedrunning.com/2011/07/the-basics-cadence/
http://www.runnersworld.com/running-tips/how-to-boost-your-cadence

lunedì 29 settembre 2014

Mezza maratona a piedi scalzi, La Maddalena, Sardegna :)

Siamo felici di pubblicare l'avventura "barefoot" di Marta D'Amico :)

Scriveva Françoise Mézières: “la salute è il risultato di una forma perfetta”, aggiungendo che, non c'è un funzionamento corretto senza una forma perfetta.

Domenica 21 settembre, a La Maddalena in Sardegna, mentre corro la 5° mezza maratona del mio 1° anno da runner, (la prima in modalità "barefoot"  cioè scalza + FiveFingers), osservo la gente correre: alcuni corpi sono perfette macchine, altri invece, sono dei rottami che trotterellano  affannosamente nelle salite che portano alle antenne di Caprera, mentre lottano contro sole, caldo ed  umidità.


Io non mi reputo una Ferrari Testarossa, ma nemmeno un’Ape Piaggio ;) 
Negli ultimi 2 anni  ho iniziato a correre, meglio, ho imparato a correre: ho corso 4 mezze maratone ed una serie consistente di gare e garette; ho anche fondato una società podistica e, con il mio gruppo dei Lions Runners Caprera, ho addirittura organizzato 2 manifestazioni.

Modalità di corsa? lunghe distanze a velocità da crociera, 5/5.30 km a minuto, senza faticare eccessivamente, ma  azzardando sempre il km in più.  

Questa mia 1’ gara barefoot (8.5  km  metà scalza +  12.5 indossando le  FiveFingers) è un mix di testardaggine, irrazionalità, passione, e forza di volontà.
Quattro mesi fa, la visione a Lucca di Folco Terzani scalzo e sorridente e subito dopo la lettura  di  un libro, che tutto il popolo corridore scalzo conosce: “born to Run “ di Christopher McDougall iniziano a stuzzicare la mia voglia di buttare nel cestino le comode ed ammortizzate Saucony Jazz. 
L’autore del libro o uno dei personaggi principali, Barefoot Ted, Ted lo scalzo, un po’ mi assomigliano, certo sono più famosi, ricchi e tutti e due hanno molti meno capelli di me, ma, entrambi hanno  la mia stessa voglia di correre e la stessa consapevolezza di non essere agili gazzelle keniane da 3,20 min a km; inoltre, hanno in comune con la sottoscritta  una serie infinita di acciacchi, che non permettono loro di realizzare i propri obbiettivi, come correre maratone ottocentesche o recuperare da una fascite plantare.

Non mi voglio dilungare troppo sulla dissertazione medica: per ogni Dott. Liebermann che sposa la corsa scalza o con scarpe minimal come le FiveFinger, infatti, ci sono 50 medici, fisiatri, podologi ed ortopedici che si fregano le mani pensando alle prossime parcelle che un barefoot runner dovrà sborsare loro. E’ però importante non seguire troppo il cuore, come faccio io, che, a quattro giorni dalla gara ho ancora i polpacci doloranti, ma affrontare un tipo di corsa completamente diverso in maniera graduale.

Il mio errore principale? In pochissimi mesi, appena due, sono  partita da una scarpa molto ammortizzata  (Brooks Ghost o Saucony Jazz) al piede nudo, inserendo più  tardi le Vibram FiveFingers; tutti i runners barefoot che ho conosciuto e con cui ho scambiato informazioni, invece,  mi hanno consigliato di iniziare gradualmente, magari iniziando a correre con delle scarpe flat o delle a/1, abbandonando del tutto le scarpe classiche, onde dare modo al piede e, soprattutto al tendine di Achille, la possibilità di allungarsi ed adattarsi in modo definitivo al nuovo stile di corsa.

Il mio approccio è stato sull’asfalto, niente sabbia da romantici spot o erba soffice, due o tre tipi di asfalto ruvido e nero che,durante l’estate, temevo  mi distruggesse la schiena, invece ho migliorato sensibilmente sia la postura ed ho smesso di avvertire quel fastidioso dolorino alla base della schiena che accompagnava tutte le mie sedute di corsa.

Due mesi di 4,5 al massimo 6 km scalza o con five finger, atterrando sempre sull’avampiede, provate persino le ripetute, fino ad arrivare ad un massimo di 11 km corsi in allenamento, mentre, preparando una maratona, continuavo ad allenarmi sulle lunghe distanze con le scarpe ammortizzate e un mini trail in sterrato mi regalano, purtroppo ad una sola settimana dalla gara, versamento ed infiammazione del tendine dei gemelli:  infortunio non grave, che, tuttavia mi fa  desistere dal correre la mezza maratona in velocità.

Il mio programma, molto folkloristico a dire la verità, ma dovuto perché gioco in casa e vorrei far pubblicità ai miei lions, comprende 5 km scalza, 10 km  con five fingers e altri 6 km scalza.

Parto benissimo a 5.30 min a km, piedi nudi, sorriso stampato  e chiacchiera facile ;)

Tra i miei compagni è un tripudio di domande, la mia risposta clou è  mamma non mi ha fatta con le Mizuno!”, al 4 km lo sento: pietra  o spina o vetro o qualcosa di tagliente, resisto un altro km, poi  metto le five finger, la mia gara in velocità è  finità, ma già lo sapevo… adesso bisogna resistere, con le Vibram il dolore è attutito, ma si sente lo stesso :(

Al 14 km inizio a zoppicare, spostando il peso della gamba destra dove ho “forato” sulla sinistra dove ho l’infiammazione; inizio ad alternare camminata veloce e corsa e al 17 km tolgo le scarpe, ogni promessa è debito!

Il taglio c’è si vede e si sente, il tempo di una sosta all’ambulanza x un bagno di acqua ossigenata e via, il traguardo è vicino!

Arrivo zoppicando nel peggior tempo mai fatto neanche in allenamento, ma arrivo, scalza e felice e ho la mia medaglia e il mio secondo di gloria e pure un 3° Posto di categoria.

Ho i miei cari, i miei amici, il mio gruppo e ho anche due alter ego : Francesco di 55 anni che ha corso tutta la gara scalzo chiudendola con un ottimo tempo  e che, mi racconta, corre scalzo felicemente da 1 anno e poi Sandro che ha corso con le FiveFingers dopo aver provato, senza successo, a correre scalzo.



E’ stata un’esperienza avventata, lo so, ma esaltante; ed io, che  sono nata scalza, senza Mizuno e senza plantari, vorrei continuare  a provare, perché, in una terra lontana, tra dirupi, canyon  e montagne, Micah Trueun, conosciuto come Caballo Blanco, un uomo che viveva per correre, ripeteva  spesso: ”Run Free”, la corsa è libertà, Amigo :)

Marta D’Amico


Referenze:

lunedì 9 dicembre 2013

10 ragioni per amare il Natale, le canzoni natalizie e credere in Babbo Natale

1 Essere buoni a Natale non è da ipocriti; l'importante è essere buoni anche gli altri 364 giorni

2 Natale non fa ingrassare. Ingrassiamo se mangiamo cose sbagliate in quantità sbagliata prima e dopo Natale. In ogni caso a Natale solitamente non lavori e puoi uscire e fare una corsetta

3 Ascoltare Dean Martin che canta "White Christmas" ti fa apprezzare quando canti i Nirvana sotto la doccia

4 La più famosa canzone natalizia, "Jingle bells", non parla di Natale ma di quanto è bello andare in giro sulla slitta nella neve. E andare in giro sulla slitta nella neve, effettivamente, è molto bello

5 A Natale c'è il panettone, se sei di Milano, o il pandoro, se sei di Verona, o entrambi a piacere se sei di qualsiasi altra città


6 A Natale sei in vacanza e ti puoi dedicare a riposare, rilassarti davanti alla tv, mangiare, bere, sciare, visitare persona amate o rilassarti su una spiaggia tropicale, a seconda delle tue preferenze e del tuo budget

7 Se invece a Natale lavori, potrai fare in seguito delle vacanze che costeranno meno perché non in alta stagione e sugli impianti sciistici ci sarà meno fila

8 Babbo Natale è veramente esistito: è San Nicola (Santa Claus), vescovo di Myra, protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati. Solo che era nero e vestito tradizionalmente di verde; la versione grassoccia e rubiconda vestita di rosso e bianco proviene da una pubblicità della Coca Cola degli anni '30 (era il vicino di casa dell'illustratore), a sua volta ripresa da pubblicità precedenti e mediata da una tradizione vittoriana celebrata da Dickens nel suo "Canto di Natale" come "Spirito del Natale presente".

9 Se trovate ingiusto farvi dei regali costosi quando tanti bambini muoiono di fame, fate regali ai bambini che muoiono di fame; o meglio fate una donazione a Emergency, Save the Children, Unicef, Medici senza frontiere o altre associazioni a piacere

10 Come avrebbe detto Max Catalano: a Natale è meglio essere felici che essere infelici

Buon Natale a tutti! :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

mercoledì 23 ottobre 2013

Alimentazione: tutto quello che dovresti sapere sulle calorie per la tua dieta

Mi ricordo una frase di R.B., laureanda in endocrinologia, specializzazione dietetica, in uno dei più famosi centri universitari italiani:

"Le calorie sono calorie, si ingrassa perché si assumono più calorie di quante si consumano, per dimagrire bisogna ridurre l'assunzione di calorie, i grassi in primo luogo".


Aveva poi consigliato a sua sorella, che allora era la mia ragazza, di mangiare pasta scondita e verdure lessate; purtroppo questo metodo non sembrava funzionare, quello che diminuiva era la massa magra, i muscoli, non il grasso, ma mi è stato detto che allora forse era una "questione di metabolismo"...

Ma cosa sono le calorie?

"Una caloria è la quantità di calore necessaria ad alzare la temperatura di un litro di acqua di un grado centigrado."

Quindi la caloria misura il calore, l'energia termica.

Se paragoniamo l'essere umano a un'automobile, il cibo è la nostra benzina, l'energia di cui abbiamo bisogno per muoverci, respirare, vivere.

Come facciamo a calcolare la quantità di energia contenuta nei cibi?

Semplice: li mettiamo in una scatola di ferro, una specie di forno con all'esterno dell'acqua chiamato "bomba calorimetrica" e li bruciamo: più si alza la temperatura dell'acqua, più i cibi contengono calorie.

Se bruciamo carboidrati e proteine, per ogni grammo sviluppiamo 4 Kcal (chilocalorie), mentre con i grassi ne sviluppiamo 9.

Quindi i grassi producono più energia e, se è vero che si ingrassa perché si assumono più calorie di quante se ne consumano, i grassi sono i primi che dovrebbero essere eliminati o ridotti, come diceva R.B.

Siamo bombardati da articoli di giornale su diete ipocaloriche che vietano i grassi e sugli scaffali dei supermercati ci sono innumerevoli confezioni di prodotti con basso contenuto di grassi. Ora abbiamo anche i biscotti cotti al vapore per ridurre il contenuto di grassi (!).

Le calorie sono calorie… oppure no?

Torniamo al paragone fra uomo e automobile: se le calorie sono calorie, è possibile immettere nel serbatoio, anziché la benzina, una bistecca?

Paragone troppo azzardato? Ok, allora ci mettiamo dell'olio d'oliva, del vino...

E' chiaro che, nel caso dell'automobile, le calorie non sono tutte uguali, ce ne sono alcune che funzionano meglio, altre che proprio non vanno o addirittura producono danni al motore.

E perché mai questo modo di ragionare dovrebbe funzionare con una macchina ben più complicata e complessa quale il corpo umano?

Vediamo a cosa servono i vari macroingredienti:
  • Proteine - creano muscoli, pelle, capelli, unghie e partecipano alla formazione di ormoni e enzimi.
  • Grassi - permettono l'assorbimento delle vitamine A, D, E e K e di alcuni antiossidanti, costituiscono le membrane delle cellule e hanno un ruolo importante nel sistema ormonale. Alcuni grassi sono essenziali e quindi è necessario assumerli con l'alimentazione: gli omega 6 e omega 3.
  • Carboidrati - costituiti da zuccheri, forniscono energia immediata; gli zuccheri non immediatamente consumati, prevalentemente dal cervello, vengono trasformati in grasso adiposo (dall'ormone insulina) come scorta energetica.
Senza proteine non possiamo rigenerare i muscoli, senza grassi non possiamo assimilare le vitamine, senza carboidrati…

...beh, in realtà senza carboidrati possiamo sopravvivere!

Dalle proteine il corpo umano può ricavare gli zuccheri necessari al cervello e dai grassi si ricava l'energia necessaria a muoversi, lavorare, fare sport etc.

I nostri progenitori Neanderthal e Cro-Magnon, non avevano frigoriferi o serre e non si potevano avere frutti e verdure d'importazione e in ogni caso la grande rivoluzione agricola non è iniziata fino al 7/8000 a.C.
In inverno la dieta dei nostri antenati era basata principalmente su carne, frutta quando c'era, e qualche radice, avevano tuttavia sufficiente energia per andare a cacciare e vivevano una vita sana fino a più di 60 anni, almeno se non venivano mangiati da qualche predatore o morivano di infezioni per qualche ferita, il che succedeva abbastanza spesso ;)

Ancora oggi le popolazioni che vivono oltre il circolo polare artico hanno una dieta ricca di proteine (pesce) e grassi (omega 3) e molto povera di carboidrati.

Se la sera prima di una maratona mangiamo un bel piattone di pasta pensando di fare scorta di energia proveniente dai carboidrati, sbagliamo di grosso! Solo una piccola parte diventa zuccheri e viene immagazzinata nei muscoli, il resto viene trasformato dall'ormone insulina in… grasso!

Chi si interessa di alimentazione e ciclismo, ha potuto seguire recentemente il dibattito su cosa mangiano nel team Sky (per due anni di seguito vincitore al Tour de France con Wiggins e Froom): proteine e grassi la sera e a colazione, carboidrati e zuccheri solo durante la gara per aggiungere quei picchi di energia che possono fare la differenza. Energia che viene naturalmente consumata subito!!!

Ovviamente non tutti i grassi sono uguali, né lo sono le proteine. Qualità, quantità, modo di conservazione, lavorazione e cottura sono importanti per il buon funzionamento del nostro corpo. La carne che mangiavano i nostri antenati era decisamente più sana rispetto a quella degli allevamenti moderni, e su questo dobbiamo riflettere.

Riassumendo: le calorie non sono "calorie", il corpo umano non è una macchina  e sicuramente non è una scatola di metallo, per dimagrire non basta ridurre le calorie né tantomeno i grassi, anzi, può essere molto pericoloso per la salute! Con buona pace di R.B. che spero nel frattempo abbia cambiato idea.

Non dimenticate però di consumare un po' di calorie facendo sport, magari correndo a piedi nudi: non serve tanto per dimagrire, ma vi fa stare comunque molto meglio!

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

mercoledì 7 agosto 2013

Alimentazione: gli imbarazzanti consigli del Ministero della Salute

Potrebbe essere capitato anche a voi, all'inizio dell'estate, di fare la classica "prova costume" e vedere un'immagine allo specchio un po' più allargata e pensare seriamente di mettersi a dieta.

La cosa sembrerebbe facile, basta andare sul sito del ministero della salute e vedere quali "consigli per una corretta alimentazione" vengono dati, in base alla cosiddetta "Dieta Mediterranea"; solo che, se ci si rilflette un po' su, si può notare qualcosa di strano…

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_3_allegato.pdf

Il primo consiglio è quello di mangiare per il 55% carboidrati complessi, pane e pasta, 10% carboidrati semplici, da 0,8 a 1 grammo di proteine per kg di peso a seconda dell'attività fisica, molta verdura e un po' di frutta, queste ultime stranamente, per il Ministero della Salute, non sembrano contenere carboidrati. Grassi e sale sono da limitare fortemente.


Ricordo brevemente come funziona l'assimilazione dei carboidrati: in bocca, grazie agli enzimi della saliva i carboidrati iniziano a dividersi in molecole di zuccheri semplici, per lo più glucosio, il processo continua poi nell'intestino, dove vengonono mandati nel circolo sanguigno e si avviano verso il cervello, che si nutre appunto di glucosio. Quando al cervello arriva però troppo zucchero, questo diventa tossico, quindi viene chiamato l'ormone insulina che si occupa di raccogliere gli zuccheri e immagazzinarli nei simpatici depositi di grasso che fanno diventare la nostra prova costume un incubo.
http://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/carbohydrates-full-story/ 

Si dice comunemente che i carboidrati complessi sono più lenti da digerire e quindi la quantità di zucchero nel sangue viene immessa poco per volta. Purtroppo questo succede solo con elevate quantità di fibre e non è comunque poi così lento; in ogni caso questo significa che l'ormone insulina viene chiamato in continuazione, senza pausa.

È ormai noto dal 1972: pane, pasta, pizza e merendine fanno ingrassare. http://it.wikipedia.org/wiki/Dieta_Atkins 

È anche nota la triste correlazione fra calorie ingerite, patologie e mortalità: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19590001 

Pane comune 275 calorie ogni 100 grammi
Pasta di semola 365 calorie ogni 100 gramm

Il consiglio del Ministero della Salute è due porzioni di pasta e 3/4 panini al giorno, per un totale di circa 1280 Kcal.

Oltretutto, se si abusa di cibi ad alto carico glicemico, il meccanismo dell'insulina si inceppa e ci si ammala di diabete.

Osservando i "consigli per una corretta alimentazione" del ministero della salute, non mi sorprende che in 10 anni si è verificato un aumento di malati di diabete impressionante: 1.000.000 (un milione!) di ammalati in più, come se una città come Torino in 10 anni si ammalasse tutta di diabete! http://www.istat.it/it/archivio/71090 

Veniamo ora alle proteine. È abbastanza facile verificare che il corpo umano può ricavare glucosio e energia da proteine e grassi, ma non può ricavare proteine e grassi dai carboidrati. Le proteine e i grassi quindi sono essenziali, i carboidrati no; proteine e grassi, oltretutto hanno pochissimo effetto sul meccanismo insulinico: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9416027 

Le proteine servono per costituire tutti i tessuti: muscoli, pelle, capelli e unghie… partecipano alla formazione di ormoni, enzimi e ci forniscono energia, come gli zuccheri e i grassi. Il suggerimento è di consumarne 0,8/1 grammo per chilo di peso.

Sempre dal Ministero della Salute, sappiamo che per ottenere 60 grammi di proteine, fabbisogno di un uomo di 75 Kg sedentario, occorre più o meno una bistecca di 200 grammi, 350 Kal. 

l consiglio del Ministero della Salute è di consumare preferibilmente proteine vegetali, e quindi mangiare legumi.

Facciamo un paio di calcoli prendendo come esempio dei fagioli secchi, non industriali, ma con altri legumi, soia compresa, il risultato non cambia di molto:

http://www.scienzavegetariana.it/conoscere/nutrienti/index-nutrienti.html

Fagioli secchi per 100g:

Proteine 22%
Carboidrati 47%

Attenzione, 1/3 delle proteine vegeltali non viene assimilato per via delle fibre! quindi per ogni 100 grammi di fagioli, possiamo assimilare 14,52 grammi di proteine.

Come abbiamo detto, la dose raccomandata di proteine per un uomo sedentario di 75kg è 60g

Per ottenere 60g di proteine dai fagioli occorrono circa 400 g di fagioli (secchi), che però non contengono solo proteine, ma anche carboidrati:

=>  47 x 4 = 188 gr di carboidrati, che sappiamo essere sostanzialmente zucchero, per un totale calorico di 330 Kcal per 100g, quindi 330 x 4 = 1320 Kcal.

Sommate alle calorie dei carboidrati abbiamo ben 2600 Kcal. al giorno, e mancano ancora la frutta, la verdura e il 10% di zuccheri semplici consigliati!!!

L'indice glicemico (la capacità di innescare il picco insulinico) dei fagioli secchi è 30, il carico glicemico (indice glicemico x quantità) = 30 x 47g x 4 = 56 

Fino a 10 il carico glicemico è considerato BASSO.
Da 11 a 19 il carico glicemico è considerato MODERATO.
Da 20 in su il carico glicemico è considerato ALTO.

http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_glicemico
http://it.wikipedia.org/wiki/Carico_glicemico

Un carico glicemico di 56, da sommarsi a quello dei carboidrati indicati prima porta all'intervento dell'ormone insulina, ad ingrassare, al diabete, a malattie vascolari etc.

Consideriamo ora che le proteine vegetali dei legumi sono incomplete, mancano alcuni aminoacidi, occorre quindi mischiare diversi tipi di legumi e cereali e per fare fronte al fabbisogno giornaliero: http://www.esserevegetariani.it/fare-il-pieno-di-proteine-con-la-dieta-vegetariana.html 

Consideriamo anche che fra le proteine dei legumi ci sono le lectine, che sono le difese chimiche delle piante. Le lectine servono per evitare che i semi vengano mangiati e distrutti e sono pertanto tossiche; ad esempio la pectina del fagiolo corallino indiano è un veleno potentissimo: basta un solo fagiolo per uccidere un uomo adulto. http://www.inerboristeria.com/le-piante-di-fagiolo-corallino.html
I nostri fagioli, naturalmente, non sono così pericolosi, però le loro pectine rendono le pareti intestinali permeabili e costituiscono uno dei maggiori rischi per infarto e cancro.

Con permeabilità intestinale si intende infatti un intestino che non è più una salda barriera contro le sostanze dannose che popolano il nostro tubo digerente, ma diventa in qualche modo permeabile, allarga le maglie, permettendo l’ingresso nel sangue di sostanze, batteri, tossine che dovrebbero stare lontano dal nostro sangue. Questo provoca l'infezione cellulare di cui praticamente tutti noi siamo affetti.

http://www.ccrc.uga.edu/~lwang/bcmb8020/carbo-pathogen-infection.pdf 
http://en.wikipedia.org/wiki/Leaky_gut

Le lectine dei legumi sono in ogni caso meno pericolose di quelle dei cereali come il grano e il mais. 
Il grano oltretutto è una fonte di glutine, specialmente il grano duro con cui è fatta la nostra pasta industriale, selezionato per l'alto contenuto di glutine prodotto nella lavorazione.

l'1% della popolazione è riconosciuta celiaca, ma si pensa che almeno cinque volte tanto non sanno di esserlo; circa 3.000.000 (tre milioni) di italiani soffrono di sensibilità al glutine.
Il Ministero della Salute lo sa: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_171_allegato.pdf solo che invece di dire semplicemente di non mangiare pane, pasta e pizza, propone di consumare costosi alimenti senza glutine e promuove uno studio su un "rimedio farmacologico", cosa di cui le case farmaceutiche saranno felici. 

Legumi e cereali contengono inoltre fitoestrogeni, che possono influire sullo stato ormonale portando squilibri e nell'uomo sterilità e disfunzione erettile. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14972507 

Personalmente non sono felice di questa situazione; sono un amante della pasta, della pizza, della birra (fonte di glutine) e del pane che faccio in casa. Vi posso assicurare che la mia pasta e fagioli è buonissima! :) 

Sono anche alla disperata ricerca di qualcuno che mi convinca a diventare vegetariano. E' chiaro infatti che l'esasperazione della zootecnia industriale deve avere un limite: vitelli e maiali gonfiati con estrogeni e cibati con cereali e farine animali (vedi "mucca pazza"), polli che non vedono la luce del sole, pesce d'allevamento cibato, ancora, con cereali e pesce selvatico che contiene mercurio, pesticidi e altre porcherie sono un'aberrazione che non può non avere conseguenze sulla nostra salute.

Del resto non credo ci sia qualcosa di più devastante di una cultura estensiva industrializzata di grano, soia o mais: deforestazione, distruzione di ecosistemi, sterilità dei terreni, cambiamenti climatici, avvelenamento da uso di pesticidi, diserbanti… 
http://nature.berkeley.edu/~miguel-alt/modern_agriculture.html
http://www.nature.com/news/2010/100615/full/465853a.html

Si dice che vivremo di più, ma ammalati e obesi; soprattutto se invece di capire le cause delle nostre malattie ci rivolgeremo alla farmacologia cercando di "curare" quello che in realtà è un allarme che ci manda il nostro corpo. Ad esempio la celiachia non è una malattia: è il nostro corpo che ci avvisa che alcuni alimenti non vanno bene per noi.

Siamo vittime di una falsa informazione e comunicazione. Non voglio esprimermi su quanto questa situazione sia voluta per interessi economici o sia una formidabile leggerezza e incapacità di andare oltre le proprie convinzioni; ma questo, nell'era di internet e dell'informazione, non può essere una scusa per non cercare uno stile di vita più naturale e salutare.
Certamente si può optare per una difficile scelta etica e culturale rispettabilissima: essere vegetariano; robabilmente anzi, con 7 miliardi (in crescita) di persone sulla terra, sarà una scelta obbligata. 

Un'attenta riflessione è d'obbligo ed è importante sapere esattamente quali sono i pro e contro dei vari alimenti e fare una scelta consapevole. 

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

mercoledì 17 luglio 2013

Barefoot running: l'evoluzione dell'uomo e le nuove Nike Free Hyperfeel

Due milioni e mezzo di anni fa, anno più anno meno, l'uomo ha iniziato a cacciare.

C'erano delle ragioni per quest'evoluzione: le foreste che prosperavano di frutti si stavano diradando e la jungla era diventata un posto molto competitivo.

In realtà l'uomo, come tutti i primati, gorilla compresi, mangiava già carne, ma solitamente la cena era costituita da insetti, larve, piccoli animaletti.

Cacciare nella savana però era un'altra cosa: gazzelle e impala corrono veloci e rappresentano una sfida molto difficile per un primate.

L'uomo ha perso il pelo, iniziato a sudare (il più efficiente sistema di raffreddamento nel mondo animale) e assunto una posizione eretta, che permetteva di avvistare prede e predatori da lontano e subire meno i raggi del sole.

L'uomo ha iniziato a comunicare e collaborare: in gruppo è più facile adottare strategie di caccia.

Elaborare strategie di caccia implica una grande predisposizione al problem solving, e quindi intelligenza: il cervello dell'uomo ha iniziato a ingrandirsi e svilupparsi.

Per cacciare l'uomo ha iniziato a correre: la caccia con traccia o persistenza implicano una predisposizione alla corsa di resistenza in climi estremi.

Allora l'uomo correva a piedi nudi.

L'arco del piede, la caviglia, le ginocchia e l'anca sono uno dei migliori sistemi di ammortizzazione esistenti.

La pianta dei piedi, con i suoi milioni di sensori, aggiusta micrometricamente  il movimento al terreno per permettere la migliore propriocezione e quindi equilibrio.

Ci sono voluti due milioni e mezzo di anni per perfezionare la corsa di resistenza dell'uomo.

In 40 anni, dagli anni 70, l'uomo ha pensato che in due milioni e mezzo di anni la natura e l'evoluzione avesse fatto un pessimo lavoro, e ha costruito scarpe con supporto plantare, tacco rialzato e ammortizzazione.

L'uomo ha inventato i pronatori e i supinatori, il test del bagnato, e ha deciso che allungare il passo e atterrare di tacco fosse la cosa migliore per correre, a patto di avere le migliori scarpe sul mercato, da sostituire ogni "tot" chilometri, consigliate dagli "esperti" dei negozi.

L'uomo ha però continuato ad infortunarsi, a spaccarsi le ginocchia, le caviglie, e a spendere soldi comprare scarpe futuribili con iperammortizzazione e plantari su misura... e a farsi male.

Finché in varie parti del mondo, qualcuno ha provato a togliersi le scarpe e a scoprire che senza si corre meglio, le ginocchia fanno meno male, ed è più bello e divertente (complice anche un libro: Born to run di Christopher McDougall, leggi il post: Born to Run di Christopher McDougall)

Adesso, dopo più di 40 anni di scarpe l'uomo ha scoperto che senza scarpe si corre meglio, cosa che sapeva da milioni di anni, ma se l'era dimenticato.

Certo, correre a piedi nudi non costa nulla e non c'è interesse; per non perdere il mercato, le varie case produttrici di scarpe hanno inventato le "Barefoot shoes" ovvero le scarpe per correre a piedi nudi...

Purtroppo, con le "barefoot shoes" i problemi non sono spariti, fratture da stress, tendiniti e altro contiuano a rovinare la vita dei runners.

La verità è in realtà molto semplice: correre a piedi nudi significa... correre a piedi nudi!

Correre con le scarpe, seppure "barefoot", non è come correre a piedi nudi, e può portare a infortuni anche gravi.

Se tuttavia correte a piedi nudi per la maggior parte del tempo, e volete indossare un paio di scarpe dal look intrigante, sicuramente l'ultimo modello di Nike può valere più di un'occhiata.

Ma per favore, non chiamiamola "barefoot shoe".

Cordialmente, a piedi nudi :)

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)