mercoledì 20 luglio 2011

Accorciare il passo per evitare infortuni - Un articolo di Amby Burfoot

Amby Burfoot è uno che di corsa ne sa, e soprattutto ne sa parlare, è il direttore di Runners World, la più diffusa rivista di corsa nel mondo.

Runners World non è famosa per essere particolarmente innovativa, ma comunque è stata la prima, e in Italia mi risulta l'unica a parlare di corsa a piedi nudi, di correre con il proprio cane, a mettere in discussione il test del bagnato, che curiosamente però insiste nel pubblicare in ogni numero... del resto la pubblicità delle scarpe sulla rivista è quello che la tiene in piedi ;)

Comunque diamo a Amby Burfoot quello che è di Amby Burfoot e leggiamo questo interessantissimo articolo:

http://peakperformance.runnersworld.com/2011/07/if-grass-and-shoe-cushioning-cant-prevent-running-injuries-what-can.html?cm_mmc=Facebook-_-RunnersWorld-_-Content-Blog-_-PeakPerformanceSoftSurfaces

In sostanza il signor Burfoot ritiene che il segreto per evitare infortuni nella corsa stia più nell'accorciare il passo più che correre su superfici meno dure, indossare scarpe minimaliste o correre a piedi nudi.



Ok, sembra strano che lo dica in un blog intitolato "corri a piedi nudi"! ma in realtà non è lontano dalla mia esperienza: non è la scarpa, ma la tecnica che ci protegge dagli infortuni.

Caro signor Burfoot, lei ha ragione, ma accorciare il passo non basta. Occorre accorciare il passo, aumentarne la frequenza per diminuire il contraccolpo da parte del suolo (il numero magico è 180 passi al minuto, 90 per piede) sbilanciarsi in avanti per sfruttare la forza di gravità, evitare l'appoggio sul tallone ma atterrare sulla parte mediana/frontale del piede per permettere all'arco del piede di ammortizzare il colpo, ruotare col bacino come una molla, rilassare le gambe...

Troppo complicato? Certo, però se corriamo a piedi nudi, tutte queste cose risultano naturali, è il nostro corpo stesso, non solo i piedi e le gambe, che non è più costretto a un'azione errata da parte di scarpe troppo correttive e si auto-adatta alla modalità più efficiente.

No, purtroppo non è facile adottare questo nuovo modo di correre (nuovo, ma vecchio di milioni di anni). Ci vuole pazienza, bisogna ascoltare il proprio corpo e  concentrarsi sulle sensazioni.

Personalmente io ho trovato molto utile seguire i consigli di Danny Dreyer, il fondatore di Chi Running: www.chirunning.com

Cordialmente, a piedi nudi :) 

Vi aspetto su www.corriapiedinudi.it :)

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